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Rischio sismico

Il terremoto è un fenomeno naturale connesso all'improvviso rilascio di energia per frattura di rocce profonde della crosta terrestre. Allo stato attuale delle conoscenze scientifiche, il terremoto è da considerarsi un fenomeno privo di preannuncio. Sono in fase di elaborazione studi e ricerche finalizzate ad individuare precursori dei sismi, ma allo stato attuale non è possibile prevedere con sicurezza l’accadimento di tali eventi.
Secondo le indicazioni riportate dal Decreto Ministeriale 14/09/2005, recante “Norme Tecniche per le costruzioni”, a decorrere dal 23/10/2005 è entrata in vigore la classificazione sismica dei Comuni stabilita dall'Allegato 1, punto 3. dell’Ordinanza n. 3274 del 20 marzo 2003.
Tale atto suddivide il territorio italiano in 4 zone sismiche con diversi livelli di pericolosità sismica. Il Comune di Mola di Bari risulta classificato sismico in “Zona 4” (sismicità molto bassa).
Per quanto riguarda il danno massimo esso è ipotizzabile nella zona di maggiore vulnerabilità, definita come “il livello di danno di un dato elemento a rischio per un dato livello di pericolosità”; ciò avviene per gli edifici del centro storico e, in misura minore, nella zona di protezione storica.
Inoltre il rischio sismico deve tener conto del fattore esposizione che si riferisce alla quantità e qualità dei beni esposti; è quindi in qualche modo connesso al valore di quanto può essere distrutto dal terremoto.
In generale il rischio sismico tiene quindi conto dei tre fattori summenzionati.
La TAV. 5 riassume le considerazioni precedenti e riporta la suddivisione del territorio del Centro Urbano in tre zone a rischio sismico elevato, moderato, basso.

TAV 5. Rischio sismico

Sono di seguito schematizzati alcuni principali aspetti di particolare criticità connessi ad un evento sismico ed allo scenario di riferimento.
Un terremoto può provocare:

  • danneggiamenti e/o crolli ad edifici di pubblico servizio
  • danneggiamenti e/o crolli ad edifici residenziali
  • danneggiamenti e/o crolli ad edifici produttivi con possibili incidenti (esplosioni, incendi)
  • danneggiamenti ad infrastrutture di servizio (comunicazioni, reti di distribuzione);
  • crolli e frane;
  • danneggiamenti ad infrastrutture viarie.

Sulla base di questa considerazione, è evidente la necessità di considerare le Procedure di Intervento per il Rischio Sismico strettamente correlate alle procedure sviluppate per le altre tipologie di rischio.
Nella schematizzazione essenziale sotto riportata sono dunque sintetizzati gli effetti di un terremoto sia al territorio, che alle infrastrutture che su di esso insistono.

Effetti sulla popolazione – relative conseguenze e difficoltà

  • Feriti per traumi dovuti a caduta di materiale e conseguenti alla fuga precipitosa dai fabbricati e per motivi sanitari ( es. crisi cardiache)
  • Popolazione in ricerca affannosa di notizie dai famigliari
  • Formazione di accampamenti spontanei all’aperto o in automobile
  • Diffusione di notizie false ed allarmistiche
  • Difficoltà di gestione dei servizi di emergenza per parziale abbandono da parte del personale e/o per lesioni dei fabbricati in cui sono localizzati (gestione contemporanea dei soccorsi in arrivo dall’esterno, con modalità e tempi variabili)

Effetti sull’edilizia residenziale – relative conseguenze e difficoltà

  • Lesioni nei fabbricati in muratura, crollo di fabbricati in precarie condizioni
  • Alcuni incendi determinati da rotture nelle condutture esterne ed interne del gas, rovesciamento di stufe, fornelli accesi incustoditi, corto circuiti, ecc…

Effetti sull’edilizia pubblica – relative conseguenze e difficoltà

  • Lesioni alle strutture e/o altri incidenti alle strutture (ex. incendi) – con particolare attenzione a municipi, caserme, scuole, ospedali e agli edifici sede di Centri Operativi
  • Necessità di individuare sedi alternative

Effetti su strutture e impianti produttivi – relative conseguenze e difficoltà

  • Danneggiamenti alle strutture e/o alle infrastrutture produttive
  • Possibili incendi, esplosioni, fuoriuscita di sostanze tossiche e nocive
  • Interruzione dei cicli produttivi (riflessi occupazionali)

Effetti sulla viabilità – relative conseguenze e difficoltà

  • Interruzioni stradali causate da crolli di parti di edifici prospicenti la sede stradale, caduta di massi, movimenti franosi e deformazioni del terreno
  • Sporadiche interruzioni stradali per danneggiamenti di manufatti
  • Necessità di individuare viabilità alternative

Effetti sulle reti di servizio – relative conseguenze e difficoltà

  • Possibili interruzioni dell’erogazione dei servizi, causa rotture di tubazioni e condutture
  • Difficoltà nelle comunicazioni telefoniche (sia reti fisse, che mobili) per guasti e per sovraffollamento di chiamate

Per ciò che concerne la riduzione del rischio, attualmente la sismologia non è ancora grado di prevedere con sufficiente anticipo i terremoti e la previsione si fonda quasi esclusivamente su calcoli statistici, è però possibile agire sotto il profilo della prevenzione, adeguando strutture e comportamenti al rischio che grava sull’area.
Dovranno essere eseguite verifiche sugli edifici strategici (municipio, scuole, strutture sanitarie, caserme, strutture con affollamento pubblico, ecc..), al fine di accertarne la loro resistenza e quindi la capacità di garantire la continuità di servizio a fronte di eventi sismici di bassa intensità. Qualora vengano riscontrati limiti strutturali, dovranno essere individuate le risorse per provvedere agli interventi di adeguamento.
Come per qualsiasi altro rischio, si dovrà intervenire nella formazione delle persone, insegnando i corretti comportamenti da tenere in caso di terremoto e soprattutto le principali norme di igiene abitativa per salvaguardare l’incolumità di coloro che abitano i fabbricati (ad es. evitare la collocazione di ripiani e mensole con oggetti pesanti sopra i letti oppure ingombrare o ostruire le vie di esodo).

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