La recente individuazione dei complessi movimenti di risalita relativa del mare sulle coste italiane, insieme alla valutazione proiettata per i prossimi anni dall’accelerazione del sollevamento del mare dovuto al riscaldamento globale, assume una notevole importanza per la programmazione delle attività umane future.
L’ENEA-Dipartimento Ambiente- ha elaborato la Carta Nazionale delle aree costiere, il cui scopo è quello di valutare il comportamento delle coste al variare del livello del mare.
Le coste mediterranee, e soprattutto quelle italiane di 7.750 km, presentano alcuni fattori negativi, in relazione al rischio di allagamento da parte del mare:
- la presenza di limitate escursioni mareali (mediamente 30-40 cm con l’unica eccezione del nord Adriatico dove si superano i 180 cm di marea) ha consentito un pericoloso avvicinamento alle coste basse di numerose attività antropiche;
- tutte le aree costiere italiane in seguito a movimenti isostatici e tettonici aumentano ulteriormente gli effetti del sollevamento del mare; tale effetto viene evidenziato per la presenza di un certo numero di aree costiere depresse.
L’ENEA, in collaborazione con numerose Università italiane, ha calcolato l’attuale tasso di risalita relativa del mare per le aree a rischio, in quanto depresse, e i tassi dei movimenti tettonici.
Tra le aree a rischio italiane (33) non risulta presente la zona costiera di Mola di Bari.
La Regione Puglia con Delibera di Giunta 13 ottobre 2011 n° 2273, pubblicata sul BURP n° 1174 del 09.11.2011, ha approvato il Piano Regionale delle Coste (PRC) redatto ai sensi della Legge Regione Puglia 23 giugno 2006 n° 17 e s.m.i.
Il PRC definisce il contesto di riferimento della pianificazione costiera, sia sotto il profilo dell’attività conoscitiva del territorio sia sotto il profilo normativo, al quale dovranno conformarsi le previsioni, espresse a maggior dettaglio, dei Piani Comunali delle Coste (PCC).
Ad oggi il Comune di Mola di Bari non ha adottato il proprio PCC.
Il Piano Regionale delle Coste (PRC) è lo strumento che disciplina l’utilizzo delle aree del Demanio Marittimo, con le finalità di garantire il corretto equilibrio fra la salvaguardia degli aspetti ambientali e paesaggistici del litorale pugliese, la libera fruizione e lo sviluppo delle attività turistico ricreative.
L’art. 6.1 tratta dei “Livelli di Classificazione delle Aree Costiere” e dispone che: Per una più specifica articolazione normativa di quanto descritto all’art. 6 si individuano i seguenti livelli di classificazione delle aree costiere, dal più elevato valore di criticità o sensibilità ambientale (corrispondente al valore 1) al più basso (corrispondente al valore 9). Nel caso di Mola di Bari, la costa è prevalentemente classificata come C3.S3 poiché presenta valori di criticità e sensibilità bassi. Nell’area costiera verso sud, subito dopo l’innesto della tangenziale sulla vecchia SS 16, i valori di sensibilità variano e la classificazione risulta essere C3.S2, criticità bassa/sensibilità media.
Altra problematica di rischio da prendere in considerazione è quella del cosiddetto effetto tsunami oggi molto evidente dopo gli eventi del Giappone.
Per le aree adriatiche l’evento più rilevante si ebbe nel luglio del 1627, quando un sisma molto forte verificatosi in Puglia produsse uno tsunami che interessò un tratto di costa nel Gargano e a Manfredonia le onde raggiunsero i 2,5 metri.
Dall’analisi degli eventi storici sopra riportati si è ritenuto opportuno provvedere ad una simulazione cartografica che possa rendere un quadro di previsione delle aree comunali che possono essere coinvolte da un tale fenomeno. Negli elaborati grafici seguenti sono state riportate le simulazioni per onde che possano portare ad un innalzamento massimo delle acque di 3,5 e 7 metri.


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